Rifugio Walter Bonatti - Val Ferret
- Fabrizio Morosini
- 19 apr 2020
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 10 ago

SCHEDA ESCURSIONE
Località: Vallone di Malatrà
Partenza: da Planpincieux (alt. m. 1.590)
Arrivo: rifugio Walter Bonatti (alt. m. 2.025, coord. GPS 45°50'49.254"N 7°2'0.6684"E)
Data escursione: 8/9 Febbraio 2020
Traccia GPS: vai a Traccioteca
Sito web rifugio: https://www.rifugiobonatti.it/
Bibliografia: D. Zangirolami, C. Soldera – Ai rifugi con le ciaspole – ed. Priuli & Verlucca
Descrizione del percorso
Il rifugio Walter Bonatti è in una posizione fantastica nella Val Ferret, su una balconata al cospetto delle Grandes Jorasses, proprio di fronte alla Punta Walker e al ghiacciaio pensile di Frébouge.

Lasciata l’auto sabato, al campo sportivo di Courmayeur, da lì con navetta sino a Planpincieux, poi ciaspolata. Circa 1 ora e 30 minuti in piano, lungo la Dora, poi dopo Lavachey, superati due tornanti, appena prima del ponticello sul torrente Malatrà, bivio (indicazioni) per il rifugio Walter Bonatti. Da qui vi si arriva in circa 1 ora e un quarto, con una salita discretamente ripida ma agevole.
Il rifugio è molto confortevole, ben tenuto e ben attrezzato, forse il migliore che abbiamo mai visitato in tutte le Alpi occidentali (l’Alto Adige fa a sé, ovviamente…). La camerata ha 14 letti, ma è molto ben organizzata, pulita e spaziosa. Dal mio materasso una finestrella inquadra esattamente la cima del Monte Bianco e, nella notte (non ho dormito molto bene, nonostante il buon materasso…), mi soffermo più volte ad osservarne il profilo al chiaro di luna, con una nuvoletta esattamente sulla cima.

La “gestora” (come si è definita lei stessa, non volendo inizialmente svelare il suo nome, Mara) è un po’ schiva e di poche parole, ma in breve, dopo qualche complimento sull'efficienza del suo rifugio, si scioglie un po’ e mi racconta la storia del Bonatti e la sua avversione per la “tecnologia” (i cellulari non si possono usare in sala da pranzo, benché il segnale arrivi perfettamente, banditi anche bancomat e carte di credito…). Il rifugio, costruito nel 1998 da un gruppo di amici di Walter Bonatti, fu subito a lui intitolato, benché ancora in vita (un’eccezione per i rifugi). Da notare il documento autografo di Bonatti, incorniciato all'ingresso.
Domenica mattina risaliamo per il vallone Malatrà, sopra il rifugio, di fronte a noi, sull’opposto versante della Val Ferret, l’imponente piramide della Punta Walker, che fa da sfondo, con tutta la catena del Monte Bianco e delle Grandes Jorasses. Mi incaglio su un costone innevato, troppo ripido per le ciaspole (e per la mia preparazione atletica...).




Poi ci incamminiamo per la via del ritorno, ripassiamo davanti al rifugio e in breve torniamo nel bosco, riprendendo a ritroso il percorso dell’andata, che in discesa ci pare decisamente più lungo. Ripercorriamo nuovamente la val Ferret, che nel frattempo si è affollata di gitanti e, a Planpincieux, prendiamo al volo la navetta che ci riporta a Courmayeur.
Uno dei più bei rifugi visitati, in inverno, e per la posizione e per l’accoglienza/struttura. Unica pecca: la cena “quasi vegetariana”, con porzioni troppo misurate (meglio dire scarse…), però ottima colazione. Forse perché gli approvvigionamenti principali qui arrivano ad inizio stagione con elicottero, poi solo in spalla, mancando del tutto una strada carrozzabile di accesso al rifugio (né per fuori-strada, né per moto-slitte). Indimenticabile il chiaro di luna, con le cime innevate scintillanti tutto intorno…
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Mappa percorso

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